Francesco Calabrese (nella foto di copertina) e Orazio Calabrese (nella foto sotto) sono i due fratelli gelesi di 40 e 37 anni che hanno cercato di uccidere l’imprenditore ibleo. Venerdì sera alle ore 23.30 circa, un imprenditore comisano, si è accorto che all’interno del suo oleificio sito in c.da Rinazzi proprio al confine con Comiso e Vittoria, ignoti avevano già divelto un infisso, pertanto prontamente chiudeva il cancello per evitare la fuga dei ladri. Essendo a conoscenza che vicino il proprio terreno vi abita una famiglia di pastori di cognome Calabrese con numerosi pregiudizi penali, insospettito si recava presso l’abitazione di Francesco Calabrese soggetto di sua conoscenza che settimanalmente riceve da lui prodotti ortofrutticoli per gli animali.
L’uomo chiedeva al Calabrese se fosse stato lui a commettere il tentato furto e questi per tutta risposta inveiva contro la vittima tentando altresì di colpirla, pertanto l’imprenditore desisteva e andava via, chiedendo solo di non essere importunato.
Considerato che temeva che qualcuno potesse portare a termine il furto all’interno dell’azienda, si determinava a vigilare a bordo della propria auto il perimetro dell’azienda, alternandosi con il fratello che nel contempo chiamava in aiuto, che sopraggiungeva a bordo di un’altra autovettura.
Alle ore 00.30 di sabato l’uomo è stato bloccato, poco distante dall’azienda, da due auto che lo facevano rallentare fino a farlo fermare, posizionandosi una davanti e una dietro. Dall’auto scendevano 4 persone, due delle quali venivano riconosciute dalla vittima per i fratelli Calabrese in oggetto generalizzati.
I 4 malfattori prendevano a sprangate l’auto ed uno di loro, identificato per Francesco Calabrese, estraeva un’arma esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima che restava in auto mentre il fratello ignaro di tutto era all’interno dell’azienda.
Uno dei colpi veniva sparato alle spalle e si conficcava nel sedile dell’auto all’altezza del torace senza però ferire il conducente, salvo per pochi centimetri in quanto il colpo è stato deviato, con molta probabilità, da una delle molle dello schienale.
La vittima riusciva a tamponare le due auto con manovre repentine, creandosi lo spazio necessario per darsi alla fuga.
L’uomo, sfuggito all’attentato, contattava il 113 chiedendo aiuto per lui e per il fratello che si trovava da solo in azienda. La Sala Operativa inviava la Volante del Commissariato di Comiso che metteva in sicurezza le vittime e subito dopo sopraggiungeva la Squadra Mobile e la Polizia Scientifica per un accurato sopralluogo e le immediate indagini.
Grazie al lavoro degli investigatori ed alla testimonianza diretta della vittima venivano individuati i due fratelli che, considerati i numerosi precedenti penali e la possibilità di reiterazione del reato con il compimento di quanto programmato e non portato a termine sono stati sottoposti a fermo.
La Squadra Mobile ed il Commissariato conoscono bene la famiglia Calabrese in quanto da anni crea diversi problemi nella zona di Pedalino frazione di Comiso, con diverse denunce raccolte dai vari uffici di Polizia. La conoscenza del territorio e dei soggetti indagati ha permesso un immediato intervento e dall’escussione di Francesco Calabrese, è stato possibile farlo confessare quanto da lui commesso.