Si è detto estraneo ad ogni tipo collegamento mafioso. “La Procura di Catania lo ha certificato stralciando la mia posizione dal presunto reato di scambio di voto politico-mafioso”.
Giovanni Moscato (nella foto), avvocato, attuale sindaco di Vittoria, è stato perentorio sull’ipotesi delle accuse che gli vengono mosse con l’operazione “Exit Poll”, eseguita dalla Guardia di Finanza di Catania, per corruzione elettorale che ha portato ieri all’arresto dell’ex sindaco Giuseppe Nicosia e di suo fratello Fabio, attuale consigliere comunale.
Moscato non ha alcuna intenzione di dimettersi: “Anzi, io rilancio. Sono qui a difendere la mia città in questo momento di sfaldamento. Io lo scorso anno ho sconfitto il sistema elettorale che c’era da dieci anni e sono qui per amministrare Vittoria e per combattere la mafia. Non ho mai ricevuto incarichi professionali da parte dell’ex sindaco Giuseppe Nicosia per la mia attività di avvocato, come sarebbe emerso nella conferenza stampa di ieri dei magistrati della Procura di Catania” ha detto l’attuale primo cittadino -. Il fatto che qualcuno sostegna che io abbia un atteggiamento di sudditanza – nei confronti del mio predecessore il quale mi avrebbe favorito con incarichi professionali, dunque percependo delle parcelle, è una cosa che mi rattrista come uomo, perché sulla mia moralità e la mia etica non si può scherzare. Oltremodo mi dispiace perché sarebbe bastato verificare meglio per capire che i pagamenti effettuati dal Comune di Vittoria in passato in mio favore riguardano sono gettoni di presenza di consigliere comunale, peraltro di opposizione”.