Profonda delusione fra gli attivisti e i simpatizzanti dell’area di centro destra per la fase di stallo prolungata che avvolge le trattative per le candidature a sindaco nella nostra città e in provincia.
Uno spettacolino che, alla luce delle assicurazioni sulle decisioni definitive affidate ai vertici palermitani dei partiti che sarebbero state prese entro la serata di mercoledì 11 aprile, assume i contorni del paradosso, valutati i termini delle questioni sul tavolo.
Come è sempre avvenuto sugli scenari della peggiore vecchia politica, i notabili del centro destra indugiano su questioni di paese, piuttosto che lavorare, come assicurano, per il bene comune.
I vertici ritrovano una supremazia della destra, nelle sue diverse ma fondamentalmente unitarie espressioni, che farebbe sue le scelte a Comiso, a Modica, a Ragusa.
Quindi mettiamoci l’animo in pace, perché la scelta del candidato sindaco del capoluogo è condizionata da quello che avviene a Modica o a Comiso, dove, peraltro le scelte non sono mai sul candidato dei partiti ma su succedanei che vestono il doppiopetto del civismo.
Nessuno può scandalizzarsi se, alla luce di queste beghe di paese, la gente si affida al populismo e a quello che ritiene, spesso errando, il nuovo.
Paradossale che le rivalitA? a Ragusa siano determinate quasi esclusivamente da personaggi che si sono voluti tirare fuori dai partiti. Il problema provinciale esiste ma la realtàci porta ad affermare che anche i vertici palermitani sono incapaci di decidere, come quelli locali, ergo tutti da rinnovare per manifesta incapacitA? di affrontare anche i problemi più semplici.
Manca la leadership, un vero leader esprime la sua autorevolezza appunto in questi momenti e, soprattutto, assume le responsabilità del caso.
Su Ragusa ci sono molte responsabilità, molte di più ce ne saranno dopo.
MiccichA? ha già troppi problemi per la testa, a Palermo, non si comprende, fra l’altro, se le scelte saranno quelle per far vincere la coalizione o per farla perdere.
Musumeci ha già, ampiamente, deluso gli elettori di destra, questa ultima estrema indecisione lascia il segno.
I vertici locali hanno dimostrato, già in campagna elettorale di non essere all’altezza. Tutti, per un pugno di voti, si sono inchinati a piccoli comitati civici, senza peraltro ricevere voti in numero significativo da queste formazioni che ora vengono a battere cassa.
La realtàA? che, soprattutto Forza Italia, non si regge su un consenso ormai esiguo, che si va ulteriormente sfaldando, i big, o tali ritenuti, hanno difficoltA?, nelle realtàlocali, ad imporre non solo i candidati a sindaco ma gli stessi consiglieri comunali.
A Ragusa il quadro della situazione A? estremamente avvilente: basti pensare che la lista del Presidente, di #diventeràBellissima, non sarà presentata, ufficialmente per non prendere posizione per il candidato con il cui gruppo si era fatto un accordo: che fine faranno Lo Destro e Mirabella che erano stati fulminati sulla via della destra ? E’ vero che ci sono stati flussi migratori di ritorno verso Fratelli d’Italia e che sarebbe ora preponderante l’ala che preferisce Cassé a Tumino ? PerchA? non viene fuori la veritA??
In Forza Italia la situazione non A? meno felice, Giovanni Mauro, l’unico che lavora lucidamente per ricostituire una parvenza di partito, ancorchè con decisioni non del tutto condivise, disorienta l’elettorato, piroettando fra Sonia Migliore, Maurizio Tumino e quel Peppe Cassé che fu da lui indicato, in anteprima, per far uscire la coalizione dall’impasse.
Se una volta Cassé dominava la palla, in questa occasione A? diventato lui la palla che si passano Mauro, Assenza, Minardo e Ragusa, tramite Ciccio Barone, con passaggio finale a Fratelli d’Italia che, unitamente al consenso diffuso del candidato, diventa ora l’affidavit più attendibile.
E in questo gioco risalta la strategia dei sodali Nino Minardo e Orazio Ragusa che, molti, valutano come strategia a perdere o, meglio, a far perdere: come mai sono, e sono stati, sempre uniti, sempre sulla stessa linea, mentre ora Minardo prende le difese di Sonia Migliore e Ragusa quelle di Peppe Cassé?
Qualcosa non torna, forse sarebbe meglio che ogni territorio si limiti ad operare le scelte con gli uomini del territorio, perché quanto operato fino ad ora otterrA?, comunque, come risultato, il nulla.
Fin troppo evidente che il primo turno costituirA? le primarie del centro destra, se non ci sarà un vincitore al primo turno, la scelta la potranno fare gli elettori, acclarando, di fatto, l’incapacitA? dei vertici.
Ultim’ora: l’ avv. Peppe Cassì, ex capitano della Virtus Ragusa, sta valutando di candidarsi a Sindaco di Ragusa
Ha palla in mano e sta guardando il canestro. Aspetta l'attimo per poter saltare e scagliare il suo tiro di...