Il regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni, in merito alle convocazioni delle Commissioni Consiliari, prevede che sia il Presidente a convocare le sedute, fissando data e orario e gli argomenti da trattare. Ogni membro della Commissione può proporre l’inserimento all’OdG di argomenti che rientrano nella competenza della Commissione, il Presidente decide sulla richiesta e, in caso di diniego motivato e scritto, il Consigliere può appellarsi alla decisione definitiva della Commissione.
Le Commissioni possono essere convocate anche per richiesta scritta di membri della commissione che siano
espressione di gruppi consiliari che rappresentino almeno un terzo dei Consiglieri Comunali in carica.
Rispetto a quest’ultimo punto, in pratica, le convocazioni possono essere richieste, nell’attuale conformazione delle Commissioni, da un solo consigliere del gruppo PeppeCassìSindaco, che è espressione di un gruppo consiliare di almeno 8 componenti, oppure, per le minoranze occorre la firma di un consigliere del PD, uno del gruppo misto e uno del gruppo 5 Stelle, che insieme mettono 9 consiglieri comunali.
In quelle commissioni dove manca il rappresentante del gruppo misto o del PD, segnatamente le commissioni 2 – 4 – 5 – 6, le minoranze non possono richiedere convocazioni se non con la firma di un componente la maggioranza, perché gruppo 5 Stelle e uno solo degli altri due gruppi di minoranza non mettono insieme 8 consiglieri.
L’esigenza di un chiarimento sul punto è scaturita da un intervento del consigliere del PD D’Asta che, nel corso della seduta dedicata alla verifica delle condizioni del ponte San Vito e del viadotto che conduce a Ibla dal percorso esterno, prima ancora di entrare nel merito dell’argomento, ha chiesto al Presidente Cilia quali fossero i criteri di convocazione delle Commissioni, tenuto conto che non aveva avuto notizie di sue richieste appunto per convocazioni delle sedute.
Senza esternarlo apertamente, in pratica, il consigliere D’Asta riteneva che gli argomenti da lui proposti fossero stati prioritari rispetto alla scelta del Presidente Cilia di occuparsi delle questioni di sicurezza relative ai due viadotti citati.
L’intervento che interrompeva la discussione sull’argomento incardinato, appariva tendenzialmente pretestuoso, alla luce di quelle tendenze di fondo, che sono state pubblicamente denunciate in una seduta di Commissione, assolutamente non condivise da molti, che vorrebbero incentivare il numero delle sedute di Consiglio Comunale e di Commissione senza effettive necessità, per argomenti secondari e non sempre supportati da adeguato sostegno di documentazione e di elementi utili alla discussione.
La questione è emersa a seguito dell’intervento dell’attento consigliere Sergio Schininà che ha fatto notare al collega di minoranza come le sue richieste di convocazioni delle sedute fossero, in ogni caso non valide perché non in ossequio al regolamento.
Particolare che non è apparso del tutto sconosciuto al consigliere D’Asta, dal momento che non ha ribattuto, rifugiandosi in una sorprendente richiesta, rivolta ai colleghi, di ridiscutere il regolamento per modificarlo, ritenendo questo handicap per le minoranze del tutto sconveniente.
Ipotesi di discussione del regolamento che non è stata rifiutata dal Consigliere Schininà, che si è detto pronto ad un confronto sull’argomento, ma che non esclude la necessità di adeguarsi, per ora, a quello vigente.
Desta perplessità il fatto che un politico di esperienza, fra l’altro Presidente dell’Assemblea Provinciale del suo importante partito, possa essere colto in castagna da un politico di primo pelo quale può essere considerato il consigliere Schininà, alla sua prima esperienza a Palazzo del’Aquila.
Altrettanta perplessità desta il facile appello alla modifica del regolamento: già i 5 Stelle, nel vano tentativo di arginare il fiume di opposizioni che si erano venute a creare nella precedente consiliatura, riuscirono ad apportare delle modifiche che, solo in parte, contribuirono a rendere più snelli i lavori d’aula e delle commissioni.
Anche nella prima seduta di questo consiglio comunale c’è stato l’appello dei componenti del gruppo misto per una modifica del regolamento che impone ai gruppi con un solo componente di confluire nel gruppo misto.
Ora D’Asta vorrebbe modificare il regolamento per permettere ad un solo consigliere di richiedere convocazioni di commissioni.
Il fatto di voler cambiare le regole in corsa non sembra una strategia di buona politica, soprattutto se si rileva mossa tendente a migliorare le possibilità di movimento di forze politiche che gli elettori hanno relegato nelle retrovie della scena politica.
Di questo passo, ad ogni nuovo consiglio si dovrebbero apportare gli aggiustamenti e i correttivi del regolamento più convenienti per ognuno, una follia democratica che vuole superare il verdetto della democrazia.