Seduta della Commissione Risorse che vedeva all’Ordine del Giorno l’approvazione della nota di aggiornamento al Documento Unico di Programmazione 2018/2020 e del Bilancio di previsione 2018/2020.
Una seduta surreale ma interessante, dove, come solitamente avviene per questo di tipo di riunione che deve esprimere parere sulla proposta di giunta che verrà portata in Consiglio, c’è stata tattica, con la maggioranza silente e ansiosa di un passaggio esclusivamente consultivo, era la prima volta di un parere positivo importante; le opposizioni – pardon, Chiavola preferisce chiamarle minoranze, lo ha precisato nel corso dei lavori – sparute, venute senza intenti di belligeranza, anzi hanno tenuto a evidenziare il basso numero di emendamenti presentati per significare gli intenti pacifici che saranno adottati in aula, per non allungare la seduta e favorire una rapida approvazione dello strumento finanziario.
Qualcuno ha anticipato che c’è rassegnazione intorno al fatto che tutti gli emendamenti delle minoranze saranno bocciati, se, addirittura, non prima vanificati dai pareri di rito.
Di pura formalità gli interventi introduttivi dell’assessore Salamone e dei revisori, erano presenti il Presidente del Collegio, il dr. Cicerone e la dott.ssa Mazzola, dei componenti la Commissione sono intervenuti solo Anzaldo del gruppo di maggioranza e Chiavola che ha evidenziato la mancanza, in bilancio, di interventi importanti come quelli per l’ascensore nel cimitero di Ibla, per la fognatura di Puntarazzi, per l’acquedotto di Gatto Corvino, i cui lavori sarebbero bloccati.
Per il resto i soliti addebiti al recente passato, un canovaccio ormai noto, e l’auspicio di una accelerazione che possa essere imposta da questa amministrazione.
Tutto il resto della seduta un duetto fra l’assessore Salamone, che mostra competenze specifiche non accompagnate da esperienza amministrativa e ancor meno politica, e il consigliere Giorgio Mirabella, dl gruppo misto in consiglio comunale, esponente di INSIEME, intervenuto alla seduta nella qualità di capogruppo senza diritto di voto ma con possibilità di interventi nel dibattito.
Mirabella ha incalzato l’assessore, pur senza mostrare eccessiva voglia di colpire ma, piuttosto, come se volesse fare dire qualcosa di troppo all’esponente dell’amministrazione per avere, in consiglio, argomentazioni da sfoderare.
E qualche cosa di evitabile all’assessore è scappato, come quando ha detto che gli emendamenti delle minoranze potrebbero essere approvati se “politicamente adeguati”.
Mirabella ha poi parlato della necessità di un regolamento per l’utilizzo delle royalties e ha detto di trovare il nulla nella proposta di bilancio, solo 6.000 euro per il Castello, zero per il cinema Marino, zero per la programmazione turistica, zero per piazza Stazione e per il parcheggio sottostante
L’assessore ha replicato che il Castello gode di introiti per circa 600.000 euro, per il resto ha tenuto a sottolineare come questa proposta di bilancio non sia altro che quella approntata dalla precedente amministrazione, con qualche aggiustamento e con il riequilibrio di 2.000.000 di euro che mancavano e che si sono dovuti trovare “con le spalle al muro” senza possibilità di alternative valide.
Un bilancio rigido, per compensare lo squilibrio ed evitare eccessivi tagli della spesa.
Facile per le minoranze portare la discussione sull’utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno che sarà il cavallo di battaglia preferito in aula consiliare.
Se prima l’assessore si era rifugiata nella bozza di bilancio predisposta dalla vecchia amministrazione, per l’artificio contabile del pagamento degli stipendi del personale comunale di infotourist e Castello, questi ultimi del settore cultura, ha tirato fuori che la finanza creativa al riguardo era frutto della mente del dirigente andato via, che aveva ritenuto legittima e percorribile questa ipotesi.
Cosa hanno fatto per tre mesi, allora, in assessorato, non è dato sapere, se la bozza di bilancio è stata ripresa da quella vecchia e la soluzione per ripianare il disavanzo di 2 milioni era stata già trovata da Cannata?
La Salamone ha ripetuto più volte la condizione di essere stati con le spalle al muro, che li ha obbligati a far girare, come in una giostra, 470.000 euro, di cui 344.000 per il personale infotourist, 8 unità e il resto, 126.000 euro, per personale della cultura al Castello.
Poi l’assessore ha toccato tasti che sarebbe stato meglio non toccare, perché ha cercato di spiegare la drastica riduzione dei fondi della tassa di soggiorno dedicati ai progetti delle strutture ricettive, sforzandosi di far capire ai suoi interlocutori la funzione dell’Osservatorio, di monitoraggio del piano di utilizzo e di successivi suggerimenti per l’anno seguente. Nessuna funzione deliberante, secondo l’assessore, come è giusto che sia, nemmeno di proposta per la giunta o il consiglio comunale che sono i soli deputati alla stesura e all’approvazione del piano.
Giusta la precisazione che le strutture ricettive sono solo sostituti d’imposta, nel senso che incamerano una tassa dal cliente e la devono girare al Comune, ma è stato evidente il tentativo di minimizzare la funzione dell’Osservatorio e l’importanza dei suoi componenti per i fini propositivi fino ad ora vantati e pretesi dai vari rappresentanti delle categorie e delle organizzazioni datoriali.
Solo pareri non vincolanti, nel contesto di un regolamento che, ha detto l’assessore, sarà modificato perché si vuole mettere in discussione per una profonda rivisitazione, in quanto non rispondente ai principi della legge.
E parlando di strutture ricettive come sostituto d’imposta, l’assessore ha chiaramente affermato che c’è una grande evasione, si incassa troppo poco, dai primi due trimestri, sulla previsione di 1.100.000 euro sono arrivati solo circa 200.000 euro, il trimestre estivo riequilibrerà il tutto ma si ritiene difficile di arrivare alla previsione: una conferma sottintesa che, fatte salve le quote di cui si è discusso, tutto il resto è affidato al buon Dio, affermazioni che hanno destato non poche perplessità.
L’assessore ha ribadito, molto chiaramente, che c’è una grossa evasione, che c’è un grande avanzo della tassa di soggiorno degli anni precedenti, che ammonta a circa 1 milione di euro non spesi, che non ci sono stati controlli di nessun genere, né per la riscossine di quanto dovuto, né per l’applicazione del piano di utilizzo, che la maggior parte delle strutture non versa la tassa di soggiorno.
Affermazioni forti che non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni e che impongono, da parte dell’amministrazione, un sollecito riordino della materia, non solo ai fini dell’introito che viene a mancare ma per la necessaria adozione di politiche turistiche affidate, evidentemente, in mani pessime, dai vertici dell’assessorato agli uffici che non hanno messo in evidenza, per tempo, queste gravi discrasie per le quali si doveva intervenire molto tempo prima.
Situazione assai grave che l’assessore deve chiarire al più presto perché, dopo dichiarazioni di questo tipo, rese ufficialmente nel corso della seduta di commissione (quindi regolarmente registrate), si impone un intervento immediato.