L’onorevole Innocenzo Leontini (Fratelli d’Italia), nella mattinata di ieri, ha depositato a Bruxelles un’interrogazione prioritaria, con richiesta di risposta scritta, alla Commissione europea, per sostenere la causa del consorzio “Olio extravergine d’oliva DOP Monti Iblei”, che a quasi un anno dalla presentazione della domanda, attende di sapere se e quando la Commissione si impegnerà nella modifica del disciplinare relativa alla “delimitazione della zona geografica di produzione della materia prima, di trasformazione, di stoccaggio e di confezionamento nel cui territorio devono essere ubicati tutti i soggetti della filiera disciplinata”.
Il Regolamento (CE) n.510/2006 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine richiede che i prodotti agroalimentari che beneficiano di una DOP, o di una IGP, siano ottenuti in conformità al relativo disciplinare e che la verifica del rispetto dei requisiti sia effettuata da autorità competenti e/o da organismi di controllo. “Questa modifica – spiega Leontini – permetterebbe ad alcune produzioni contigue a quelle già ammesse, di fregiarsi del marchio DOP. Si tratta di aree vocate alla produzione dell’olio extravergine d’oliva, che, per vedersi riconosciuta la denominazione d’origine protetta, a garanzia di una maggiore tutela e salvaguardia sui mercati, hanno bisogno di un intervento diretto da parte dell’Unione Europea. La domanda, che il consorzio “Olio extravergine d’oliva DOP Monti Iblei” ha inoltrato il 14 marzo 2008, non è più prorogabile”.
Leontini, eurodeputato del gruppo Conservatori e Riformisti, ha chiesto alla Commissione “entro quando ritiene di poter fornire una risposta alla domanda IT/PDO/0317/1521” presentata dal consorzio e ha avvertito sugli scenari che una ulteriore ritardo potrebbe comportare. “Se la risposta dovesse arrivare dopo il mese di aprile del 2019 – avverte l’eurodeputato ragusano nel testo dell’interrogazione – alcuni produttori rischierebbero di dover saltare la cosiddetta annata agricola e pertanto dovrebbero attendere un altro anno, con le conseguenti ingenti ricadute economiche negative”.