“C’è un fenomeno sociale che si impone a Scicli come un evento spontaneo e naturale.
E’ quello dell’ integrazione sociale tra chi vive da sempre in questa città e chi ha deciso di vivervi, magari per lunghi periodi dell’anno, pur provenendo dal Nord, o da altre Nazioni e Paesi del mondo, e che qui a Scicli ha deciso di venire a vivere, per un determinato periodo di tempo ovvero per tutta la vita.”
Giornale ibleo ha incontrato il candidato sindaco di Scicli, Giorgio Vindigni, che sta protraendo il suo impegno in campagna elettorale con stile e distanza da inutili polemiche, mostrando invece un modo di fare propositivo e costruttivo che lo ha sempre contraddistinto nella sua vita di uomo e di imprenditore
Questo, Il suo intervento su uno degli aspetti innovativi per la vita di Scicli: l’integrazione con gli stranieri.
“Il processo di integrazione, sulla scorta delle esperienze maturate negli ultimi vent’ anni non ha fornito elementi di criticità; anzi a sentire gli operatori economici e coloro che si occupano di ricezione, confermano che l’ambientamento è stato sollecito, naturale e senza traumi.
Dai risultati e dalle impressioni ricavate, quel senso di ospitalità e di familiarità ha posto solide condizioni perché queste persone, che hanno deciso di vivere qui, si sentano come a casa: accettati e bene accolti, pur mantenendo, come è giusto che sia, le loro abitudini e le loro tradizioni.
Rimangono sullo sfondo dello scenario sociale alcune questioni che richiamano un aspetto politico del fenomeno che noi adesso cerchiamo di analizzare.
Se è pur vero il convincimento sulle riflessioni sinora espresse, c’è da capire come questi nuovi residenti possano dare un contributo alla crescita collettiva.
I media, soprattutto quelli locali, si sono spesso occupati di queste persone e lo hanno fatto perché tra queste si annoverano espressioni dell’alta cultura, dell’arte, del giornalismo e della scrittura che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi, nei vari campi di attività, delle vere eccellenze nazionali.
La semplificazione che spesso si vuole fare è che ognuno diventa ambasciatore nei luoghi di provenienza della nostra città decantandone paesaggio, clima, accoglienza, bellezza architettonica, tradizioni civili e religiose, valori che fanno parte di un catalogo importante sì per fare nuovi proseliti, ma scontato e immaginabile.
Quello che noi cerchiamo di proporre, invece, è un vero e proprio impiego di queste risorse collettive a beneficio della nostra collettività. Possono in questa direzione meditarsi progetti culturali di ampio respiro che mettano Scicli al centro di un circuito virtuoso nel cuore del SUD – EST siciliano grazie al contributo di idee frutto di una sinergia tra due soggetti: il locale e il nuovo locale.
Sarebbe questo un modo per alimentare la partecipazione al gruppo composito, uno scambio culturale formidabile e un accrescimento sociale e collettivo di rara qualità.
Per porre in essere una proposta di questo tipo è necessario chiaramente determinare uno spazio comune di confronto per verificare possibilità e disponibilità di collaborazione a nuovi progetti, a nuove idee per Scicli.
Questo potrebbe essere un nuovo punto di partenza che potrebbe aprire molte possibilità di crescita per la nostra comunità.”