Tre anni di “Azione”. Il leader Carlo Calenda traccia il bilancio di questi primi anni. Oggi, “Azione” conta circa 30 mila sostenitori. Un partito politico che rappresenta i liberal-democratici, il vero centro riformista e che grazie ad importanti mobilitazioni sul territorio, congressi comunali, provinciali, regionali e nazionali, è riuscito ad arrivare alle ultime elezioni all’8% dei consensi.
“Dietro le spalle, quante prese in giro abbiamo avuto? Ma oggi siamo in crescita”, commenta Calenda in un video rilanciato sui suoi canali social e continua: “Oggi, c’è un centro riformista in Italia grazie a noi”.
Azione non ha mai ceduto al popolismo: tenendo sempre la barra molto dritta oggi può vantare un ragguardevole numero di elettori. La politica è destinata ad essere sovranista o populista. Ma deve innanzitutto essere capace di muovere la passione.
Lo scopo, dunque, è quello di creare e costruire una grande area liberal-democratica. L’obiettivo è molto ambizioso ma non impossibile ed è di fare di Azione, grazie a un percorso federativo, il primo partito italiano. Oggi i due schieramenti sono delle gabbie ideologiche: il bipolarismo aveva un senso quando nel centrodestra prevaleva l’anima moderata e liberale e nel centrosinistra prevaleva quella riformista. Oggi che queste culture fanno da ruota di scorta dei populisti da un lato e dei sovranisti dall’altro, i liberali popolari e riformisti sono orfani delle culture di appartenenza e possono trovare casa in Azione.