E’ tragicomico che ci si interessi della stabilità di ponti e viadotti solo una tragedia di settore, la situazione è aggravata dal fatto che il responsabile di gestione del tratto collassato di colpo, ha dichiarato, in televisione, che erano stati effettuati dei controlli proprio nello scorso mese di giugno.
Non siamo i soli a preoccuparci dello stato dei ponti e delle infrastrutture di casa nostra, anche se dalle nostre parti si tende a spostare il problema a dopo ferragosto.
Dappertutto, in Europa, si interrogano, invece, subito, sulle condizioni delle strutture in questione, in particolare di ponti e viadotti autostradali.
Lo fanno in Germania, dove il quotidiano Bild fa una mappa delle strutture a rischio, nelle quali si notano crepe nel calcestruzzo, corrosione o armature rotte.
Anche in Francia, secondo il quotidiano Le Monde, molti sono i francesi a mettere in discussione lo stato dei propri ponti, dopo che un rapporto riservato avrebbe messo in luce un “grave deterioramento” della rete stradale non concessa a società private.
Più sicuri in Svizzera, dove un portavoce dell’Ustra (Ufficio federale delle strade) ritiene improbabile un cedimento strutturale come quello di Genova nelle loro strutture.
Dicono che i ponti, senza danni strutturali visibili, hanno, in media 40 anni, con una buona manutenzione si può arrivare anche a 75-90 anni.
E da noi ? In Italia la situazione è sotto gli occhi di tutti, il dissesto idrogeologico diffuso aumenta i rischi per alcune strutture, in Sicilia i ponti in disuso, chiusi al traffico, esibizioni artistiche come quello di Agrigento, opera dello stesso Morandi, o viadotti crollati, non fanno più notizia.
Forse, a Ragusa, siamo quanto mai interessati alla questione, non solo come città dei tre ponti, ma, soprattutto, perché nelle immediate vicinanze del territorio insistono due opere gigantesche, due ponti in cemento armato che, all’epoca delle rispettive costruzioni, poterono rivendicare il titolo di ponte più alto d’Europa, il ponte Guerrieri e il ponte Costanzo, entrambi sulla direttrice per Modica e Siracusa.
In città, il Ponte Vecchio è interdetto al traffico veicolare, da tempo, per precauzione, il Ponte nuovo, che già può vantare un’età di oltre 70 anni, pare goda di ottima salute, opera egregia del ventennio, in cemento armato rivestito di pietra calcare.
Non mostra segni di affaticamento, soprattutto da quando il traffico veicolare è limitato, per precauzione ci sarebbe solo da evitare il passaggio dei mastodontici bus turistici e, ancor di più il parcheggio degli stessi.
Qualche criticità la mostra, invece, il ponte San Vito, le cui strutture in cemento armato a vista mostrano, si spera solo superficialmente, i segni dell’età.
Anche di recente ci sono stati interventi manutentivi che, invece, non sono stati mai necessari per gli altri due ponti.
Su questo ponte si riversa il flusso veicolare fra il centro storico e la parte nuova della città, compreso quello dei mastodontici bus turistici che opprimono il centro storico, addirittura, in maniera inopinata, sono previsti, dalla parte di via San Vito, due stalli di sosta per mezzi di questa portata.
Non ci sono state comunicazioni sullo stato delle strutture, dopo i recenti controlli e alcuni interventi di non meglio precisata consistenza.
Oggetto di interventi di manutenzione importanti sono stati, invece, i due ponti che collegano il capoluogo a Modica e dalle direttrici per Siracusa e per l’autostrada che arriva fino a Rosolini, ma non si hanno notizie ufficiali sullo stato delle due strutture.
Si resta in attesa di notizie ufficiali sulle condizioni delle singole opere.