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Chiaramonte: urla in consiglio, seduta sospesa. Dubbi su un appalto

by Redazione
5 Novembre 2018
in Politica
Chiaramonte: urla in consiglio, seduta sospesa. Dubbi su un appalto
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Un Consiglio comunale iniziato male e finito peggio. Potrebbe essere questa la sintesi per descrivere quello che è accaduto, in due parole, durante la seduta del Consiglio comunale di ieri. Non si contano neppure le risse verbali, gli insulti velati , le impennate di tono di tutti contro tutti. Per non parlare dei momenti di ilarità regalati, involontariamente, a chi ha avuto la pazienza di assistere ad una pagina non proprio edificante  nella storia dei Consigli comunali.

Sospesa la seduta per ben due volte,  alla fine è stata rimandata a stasera per mancanza del numero legale. Durante la seduta, è  stata  istituita una Commissione d’inchiesta per un appalto “dubbio” e il consigliere Nicastro si è anche avvalso  della facoltà di inviare tutti gli atti all’autorità giudiziaria. Ma andiamo con ordine.

Originariamente, i punti all’ordine del giorno dovevano essere  due: l’istituzione della commissione d’indagine e la relazione del sindaco Vito Fornaro sulle revoche delle deleghe all’assessore Scollo. Il consigliere Giuseppe Savasta (gruppo Cambiare per Crescere), propone di inserire un ulteriore punto all’ordine del giorno, ovvero la  possibilità di effettuare la diretta streaming del consiglio, questione in ballo da diversi mesi e mai, sostanzialmente, risolta. Si accende subito il primo battibecco fra il consigliere Luigi Stamilla (Cambiare per Crescere) e il presidente del consiglio Paolo Battaglia (Megafono). Non è un segreto per nessuno, infatti, che fra presidente e vice presidente non corra buon sangue e ogni occasione sembra buona per punzecchiarsi a vicenda. Alla fine, il presidente inserisce la trattazione del punto in coda all’ordine del giorno. Si passa subito a trattare l’argomento clou della serata: l’istituzione della commissione d’indagine.

LA COMMISSIONE D’INDAGINE

La questione riguarda una “manifestazione di interessi”, ovvero una specie di appalto fra due cooperative per la gestione del programma per i rifugiati e i richiedenti asilo SPRAR per il triennio 2014 – 2016. Tale procedura, secondo Antonella Occhipinti (PD), sarebbe stata irregolare, in particolare per quanto riguarda il protocollo d’intesa fra una  cooperativa e il firmatario per il Comune, l’assessore allo sport Alessandro Cascone: “Si chiede all’assessore allo sport di conoscere la ragione per cui il suddetto protocollo d’intesa, firmato il 4 ottobre, dallo stesso porta il protocollo numero 14414 del primo ottobre 2013, quindi antecedente alla firma avvenuta in data 4 ottobre”. Inoltre, la Occhipinti chiede: “Le motivazioni che hanno indotto a firmare un protocollo di intesa contente la dicitura che “ Il Comune di Chiaramonte Gulfi, capofila, e la cooperativa…presenteranno una domanda di contributo relativa alla ripartizione delle risorse iscritte nel fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo…” visto che le manifestazioni d’interesse andavano presentate entro le 12.00 di giorno 8 ottobre 2013”, conclude la Occhipinti.  Prende la parola immediatamente il consigliere Giovanni Vivera (Forza Italia), spiegando che si disattende ciò che si discute in conferenza capigruppo. In ogni caso, si dichiara favorevole alla commissione perché “Noi non abbiamo nulla da nascondere”.  Durante il suo intervento, definisce “Armata Brancaleone” e “Accozzaglia” l’opposizione, provocando la reazione di Antonella Occhipinti che subito intima: “Calmiamoci con i termini”.

Dopo aver preso la parola, Occhipinti rivolge immediatamente una domanda al consigliere Stefania Pastorello (Cambiare per crescere): “Lei fa parte della cooperativa o ha prestato servizio presso la cooperativa?”. La risposta di Pastorello, non lascia dubbi: “Si”. Occhipinti, chiede che Pastorello si allontani dall’aula per “incompatibilità”. E qui, la prima sospensione dopo un acceso dibattito fra i consiglieri di opposizione che chiedevano l’allontanamento di Pastorello e i consiglieri fedeli a Fornaro, i quali invece sostengono che il consigliere Pastorello, non essendo nel CDA della cooperativa, ma soltanto una dipendente, non è obbligata a lasciare l’aula. Quando Occhipinti chiosa: “C’è ignoranza”, immediatamente il consigliere Giuseppe Savasta (Cambiare per Crescere), ribatte: “Moderi i termini”, alzando di parecchi decibel la voce. Si unisce a lui anche il consigliere Stamilla, esasperando ulteriormente i toni e  invocando addirittura una seduta a porte chiuse. Sentito anche il parere del segretario comunale, la quale sostiene che comunque il ruolo di consigliere e dipende della cooperativa espone a critiche il consigliere, interviene anche Giuseppe Nicastro (lista Salvatore Nicosia), che chiede di mettere a verbale che Pastorello si rifiuta di uscire, e Giovanni Monreale (Cambiare per Crescere), il quale parla di “Un mare di ignoranza”. Si uniscono alla bagarre anche i consiglieri Cristina Terlato (Megafono) e Giovanni Vivera, che parla di “malfede”. Terlato, ribatte: “Ce l’avete insegnato voi”. Monreale, infine, chiede ed ottiene una sospensione di 15 minuti. Al rientro, Pastorello decide di uscire fuori dall’aula durante la discussione:  “per una mia tutela personale”. Nicastro, prendendo la parola, chiede alla segretaria: “In questa sede i consiglieri comunali sono pubblici ufficiali”. A risposta affermativa, Nicastro continua: “La commissione è un’iniziativa valida, ma valuta solo da un punto di vista amministrativo. Visto che noi siamo pubblici ufficiali, dobbiamo denunciare questi fatti alla procura della repubblica”. Chiediamo, dunque, che gli atti vengano trasmessi all’autorità competente. E’ evidente che ci sono anomalie” . Il sindaco, prende la parola: “Gettate solo fango”. Scoppia un’ulteriore discussione accesa fra il consigliere Monreale che, alla fine, chiosa: “Mandate le carte dove volete. Confuteremo con i risultati”. Alla fine, viene costituita la commissione d’indagine: i membri che la compongono sono Giovanni Vivera (Forza Italia), Antonella Occhipinti (PD) e Paolo Battaglia (Megafono).

LA RELAZIONE DEL SINDACO SUL RITIRO DELLE DELEGHE ALLA SCOLLO

Il sindaco legge una relazione sul perché ha ritirato le deleghe a Luciana Scollo, ribadendo sostanzialmente ciò che aveva già annunciato nel comunicato stampa inviato: “La Scollo non ha mai preso posizione, ha mantenuto distacco e chiusura nei confronti del gruppo “Cambiare per Crescere”. Le dichiarazioni di Scollo rese alla stampa confermano la mancanza di fiducia”.

Gli risponde il consigliere Terlato con una ulteriore relazione in cui parla di “ipocrisia e incoerenza” da parte del sindaco e non esita a parlare di “interessi di bottega”. Secondo Terlato, la Scollo sarebbe stata sacrificata “all’altare di miserie umane e politiche”. Seguono dei piccati botta e risposta fra il sindaco e Terlato a cui si aggiunge anche Stamilla. Terlato, sentito Stamilla, ribatte: “Abbia educazione, se si trova lì è grazie alle dimissioni della Scollo dal ruolo di consigliere”. Stamilla, infatti, entrò in consiglio comunale proprio perché a suo tempo Luciana Scollo rinunciò all’incarico di consigliere per quello di assessore, favorendo l’entrata del primo dei non eletti, che era proprio Luigi Stamilla. A questo punto, la situazione diventa veramente insostenibile: non si contano più le risse verbali, i continui battibecchi, il consigliere Vivera che chiede, a mo’ di battuta, di costituire una commissione di indagine per ogni cosa che viene detta in aula, suscitando l’ilarità dei presenti.

Il consigliere Savasta e, un po’ tutti i consiglieri di Cambiare per Crescere, accusano il presidente Battaglia di non essere imparziale. Ma quando Antonella Occhipinti prende la parola e comincia a muovere accuse all’assessore Laura Turcis, quasi tutti i consiglieri di Cambiare per Crescere insorgono, chiedendo al presidente di interromperla perché le sue dichiarazioni non sarebbero inerenti al punto all’ordine del giorno. Infine, la goccia: l’ennesimo battibecco fra Stamilla e il presidente Battaglia, fa perdere la pazienza a quest’ultimo che decide di interrompere la seduta per 10 minuti: “così Stamilla si calma”, spiega. Passati i dieci minuti, i consiglieri di Fornaro hanno definitivamente abbandonato il palazzo comunale. Alla ripresa, al presidente non resta che constatare di non avere più il numero legale. La seduta viene aggiornata, come da regolamento, a un’ora di distanza.

Dopo un’ora, non avendo ancora il numero legale in quanto i consiglieri di Fornaro si sono definitivamente dileguati, la seduta è ulteriormente rimandata a stasera. Se vogliamo trovare una strana coincidenza  il punto sulla diretta web, proposto dai consiglieri di Cambiare per Crescere, non è stato discusso proprio perché loro stessi, alla fine, hanno abbandonato l’aula.

 

Tags: Chiaramonte GulfiConsiglio comunalegiuseppe nicastroVito Fornaro

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