Si rimane increduli di fronte alle dichiarazioni, rilasciate in una intervista alla giornalista Carmela Minardo, del responsabile del servizio di refezione scolastica per il Comune di Ragusa.
Lo stesso che precedentemente aveva ammesso un errore di trattamento nella preparazione del riso che è stato alla base di questo ‘caso refezione’.
Nell’intervista, il protagonista di questa storia ha implicitamente ammesso di non avere ancora messo a punto il servizio di preparazione dei pasti speciali per bambini intolleranti e per quelli celiaci, un aspetto che deve migliorare, secondo le sue dichiarazioni, per evitare la revoca dell’affidamento del servizio.
Una ennesima ammissione che, dopo 20 giorni dall’inizio del servizio stesso, la ditta non è in grado di garantire quanto previsto dal capitolato, una condizione che renderebbe già possibile la revoca, indipendentemente dalla analisi e dagli accertamenti.
Il PD cittadino, attraverso il suo segretario comunale, Peppe Calabrese, e i componenti del gruppo al Consiglio Comunale, D’Asta e Chiavola, manifesta la sorpresa e reitera la richiesta di revoca immediata dell’affidamento del servizio, con la sospensione immediata dello stesso.
Le ammissioni del responsabile, fra l’altro, costituiscono uno smacco per il sindaco, l’assessore e i dirigenti che non hanno accolto le istanze dei genitori i cui bambini usufruiscono di pasti speciali.
Il segretario Calabrese invita il sindaco a prendere immediati provvedimenti, prima che accada l’irreparabile: non si può rischiare che, per l’improvvisazione, qualche bambino possa subire uno choc anafilattico.
Nell’intervista, inoltre, sarebbero state sollevate illazioni per l’atteggiamento dei consiglieri comunali PD che farebbe trapelare intenzioni di penalizzare una ditta, per favorirne altre, una sorta di strumentalizzazione a fini elettorali che gli esponenti PD rifiutano sdegnati, in quanto anche genitori che cercano di tutelare, in primis, la salute dei propri figli.
Per Calabrese e compagni “il servizio è gestito, molto semplicemente, da una ditta incapace di dare risposte, secondo quanto tra l’altro previsto nei contenuti del capitolato, alla nostra collettività”.