Come chiesto pubblichiamo quanto segue come diritto di replica agli articoli: “Concorso ad hoc, è truccato?” e “Lucia Castro e Francesco Lumiera sono incompatibili: atti a rischio di nullità?”.
In riferimento agli articoli a firma del direttore responsabile titolati “Concorso ad hoc, è truccato?” e “Lucia Castro e Francesco Lumiera sono incompatibili: atti a rischio di nullità”, l’Amministrazione Comunale di Ragusa nella persona del Sindaco pro-tempore Federico Piccitto fa presente quanto segue: “Si contesta in primo luogo il titolo che viene dato al primo articolo attraverso il quale si insinua il sospetto che l’Amministrazione sia intenzionata a portare avanti procedure illegittime che non rispettino nè leggi nè regolamenti. L’articolista interpreta ed amplifica, discreditando l’operato dell’Amministrazione, le accuse che sul piano politico vengono mosse dai gruppi consiliari dell’opposizione in merito alla procedura concorsuale avviata per l’assunzione di un dirigente economista. Con il pezzo in questione che prende spunto dal comunicato dei consiglieri comunali di minoranza, si tenta di mettere in cattiva luce chi sta lavorando invece con serietà e competenza per sopperire alla mancanza di dirigenti in diversi settori dell’Ente, avviando procedure concorsuali ineccepibili”.Per quanto concerne il secondo articolo con il quale l’articolista scrive “Anche gli amici grillini a Palazzo dell’Aquila se ne fregano delle leggi e dei regolamenti e così decidono di concentrare in un’unica persona il ruolo di controllore e controllato. Una prassi tutta italiana che giunge anche qui da noi” dopo diverse righe si legge che ciò è “quanto denuncia in sintesi il consigliere comunale Maurizio Tumino del Pdl”. Ci sembra questo un modo inappropriato di riportare le notizie in quanto chi legge il titolo e le prime righe ha un’informazione non del tutto corretta.
Ritengo quindi di respingere totalmente ogni e qualsiasi accusa sulla vicenda chiedendo la pubblicazione della presente nota e la immediata rettifica dei contenuti, riservandomi comunque di presentare querela per diffamazione a mezzo stampa”.
Un paio di precisazioni.
In risposta a questa cosa. Iniziamo col dire che le rettifiche o meglio il diritto di replica va chiesto al giornale, al giornalista o al direttore della testata, non le si chiedono via facebook o scrivendo qualcosa sul muro di fronte casa. In sintesi il post su fb non ha alcun valore, non obbliga il giornalista a dare il diritto di replica, come stabilito dall’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948, in quanto il redattore o il direttore non è tenuto a conoscere tutto quello che viene scritto, chissà dove. Solo per un caso fortuito, infatti, ne sono venuto a conoscenza. Nonostante tutto, però, ho deciso di pubblicare lo stesso il vostro post, solo per fare un po’ di chiarezza ed in nome della tanto decantata trasparenza.
Seconda cosa, in questo post, si chiede la rettifica del contenuto dei due articoli in questione. Bene. Saremmo lieti di darvela, ma non si capisce cosa andrebbe rettificato, visto che non spiegate, non smentite né dimostrate alcunché, quindi è difficile rettificare, a meno che per rettifica non si intenda la cancellazione dei due articoli, cosa improbabile.
Comunque veniamo al nocciolo della questione. Iniziamo con il primo articolo:”Ragusa. Concorso ad hoc, è truccato?”
In questo articolo non si asserisce alcuna verità, ma si pongono domande, che tristemente rimangono disattese. Il mestiere del giornalista è quello di fare domande e questo articolo pone delle domande ben precise al fine di avere delle risposte altrettanto precise, ma né il Comune di Ragusa né questo post su fb, si prendono questa briga.
Andiamo per ordine. Scrivete così: “Si contesta in primo luogo il titolo che viene dato al primo articolo attraverso il quale si insinua il sospetto che l’Amministrazione sia intenzionata a portare avanti procedure illegittime che non rispettino nè leggi nè regolamenti”.
Un titolo è un titolo, sarebbe opportuno, invece, affrontare il contenuto dell’articolo. In ogni caso il titolo incriminato pone una domanda. Ribadisco, faccio delle domande, alle quali non mi si risponde.
Nel terzo paragrafo del pezzo scrivo testualmente così: “In materia di assunzioni il Regolamento di Palazzo dell’Aquila è alquanto preciso e non dà spazio alle interpretazioni. Esso recita pressapoco così: l’assunzione di personale a tempo indeterminato (ed è questo il caso, ndr.) può avvenire per esami, per titoli, per titoli ed esami. Quindi non c’è una quarta opzione”.
Visto che il bando di concorso pubblicato da questa amministrazione parla di un concorso per “titoli e colloquio”, continuo a scrivere “E’ evidente che la parola ‘colloqui’ non compare nel suddetto Regolamento. Così come ‘colloquio’, sicuramente lo sapranno i grillini, non è un sinonimo di ‘esame’ e allora perché hanno deciso di eliminare la parola ‘esame’ in favore del termine ‘colloquio’? Perché tanta libertà?”
Non interpreto, non amplifico né getto discredito sull’operato dell’Amministrazione, come si legge nel post su fb. Pongo solo delle domande, alle quali non viene risposto.
Ma veniamo al “non rispetta le leggi”, scritto dall’autore del post. Nell’articolo, cito il Dlgs 165 del 2001, il quale stabilisce, il decreto è consultabile facilmente su internet, che prima di indire un concorso bisogna espletare le procedure di mobilità, che sono tre: volontaria, interna ed esterna. Questo, per inciso, per provare a contenere le spese dell’ente, solo dopo esperita l’impossibilità di attuare queste tre procedure si indice un concorso pubblico.
Bene nell’articolo viene posta questa questione, perché si è deciso di prendere questa strada, bypassando le tre procedure e bandendo il concorso? Nessuna voglia di mettere in cattiva luce. Solo la ricerca di un po’ di chiarezza.
Ma andiamo avanti. In appendice a questa prima parte. L’autore del post scrive: “Con il pezzo in questione che prende spunto dal comunicato dei consiglieri comunali di minoranza, si tenta di mettere in cattiva luce…”.
Per onor di cronaca l’articolo non prende spunto da un comunicato stampa, ma da un’interrogazione che i firmatari rivolgono al sindaco, al presidente del Consiglio comunale, al segretario generale, alla Procura regionale della Corte dei Conti, al presidente della Regione Sicilia e all’Assessorato regionale per le Autonomie Locali. I comunicati stampa, invece, si inviano alle testate giornalistiche, c’è una leggera differenza.
Ma veniamo finalmente al secondo articolo: “Lucia Lo Castro e Francesco Lumiera sono incompatibili: atti a rischio di nullità?”
Curioso che l’autore del post nel riportare il titolo del pezzo abbia deciso di omettere il punto interrogativo. Di sicuro sarà stata una svista, ne siamo certi.
Ma veniamo all’articolo.
Se c’è una legge, la n° 267 del 2000, che identifica nel responsabile finanziario dell’Ente il controllore degli atti che incidono economicamente sulle casse dell’Ente, se questa legge stabilisce che il responsabile finanziario ha diritto di veto sugli atti, che hanno una rilevanza economica, come può questa stessa persona ricoprire cariche dirigenziali? E’ questo il senso dell’articolo.
La legge sopracitata ridisegna e potenzia il ruolo del responsabile finanziario degli enti locali, in quanto garante assoluto per la tenuta dei conti dell’ente, al fine di garantire il rispetto degli obiettivi e dei vincoli determinati dal patto di stabilità (articolo 147 ter della legge 267 del 2000).
Ora, se il responsabile finanziario è il controllore degli atti proposti dai dirigenti, che sono quindi i controllati, come può un funzionario, del Comune o della Provincia, ricoprire le due cariche? Che senso ha identificare un controllore se poi questi deve controllare se stesso? Nulla di illegale intendiamoci, ma come scrivevo nell’articolo “se il controllore è pure il controllato va da sé che il meccanismo inizia a stridere e qualche dubbio sorge”.
In questo testo non si accusa nessuno, non si denuncia alcunché, ma si sottolinea solamente il fatto che al Comune di Ragusa, così alla Provincia, un funzionario è al contempo sia il controllore che il controllato. Questo è un fatto, non è un’accusa.
Quindi, ricapitolando, nel primo articolo si pongono delle domande in modo esplicito. Nel secondo
si espongono dei fatti incontestabili. Nessuno, infatti, può smentire che i due funzionari, Lumiera e Lo Castro, assommano su di sé la figura del controllore e del controllato. E si pone un’unica domanda, fatta salva la specchiata moralità dei due funzionari, “chi controlla il controllore?”
Dopo tutto ciò, mi continua a rimanere nebulosa la richiesta di rettifica, devo modificare le domande? Non è vero che il dirigente Lumiera, per il Comune, e la dirigente Lo Castro, per la Provincia, sono anche i responsabili finanziari dei due enti? Tradotto, non è vero che incarnano le funzioni del controllore e del controllato? Che senso ha identificare un controllore se questi, in ultima analisi, deve controllare se stesso? Domande, nessuna illazione, nessuna tesi denigratoria.
Infine, per la prossima volta, sarebbe gradito avere in calce una firma ai post, magari così uno sa con chi sta parlando, per esempio, il sindaco, il capo Ufficio Stampa del Comune, il segretario generale, un un esponente del Movimento o il caro amico usciere del Comune.
Distinti Saluti