Inaugurata ieri pomeriggio la nuova sede del Partito Democratico di Chiaramonte Gulfi: intitolata ad Enrico Berlinguer, si trova in via San Giovanni 4. Non c’è stato il tradizionale taglio del nastro, né particolari festeggiamenti. Piuttosto, si è preferito inaugurare la sede in un giorno simbolico come quello dell’8 marzo e non è certo stato un caso. La serata, infatti, è stata un incontro – dibattito caratterizzata da alcuni interventi. Presenti, il segretario del PD cittadino, Sergio Failla, il segretario provinciale del partito, Giovanni Denaro, il vice segretario cittadino Claudia Azzara, Sebastiano Cugnata per i Giovani Democratici e la docente Beatrice Lauretta. Fra gli ospiti, anche il vice sindaco di Comiso, Gaetano Gaglio. La sede, ospita anche una mostra fotografica sul tema della condizione femminile nel sud Italia: le opere esposte sono di Gianni Alescio, Alessandra Scalogna e Carmelo Vella. Sergio Failla, apre la serata facendo gli onori di casa: “Oggi inauguriamo la nostra sede in una giornata particolare. Non vogliamo essere retorici, ma propositivi”. Il segretario provinciale, Giovanni Denaro, spiega: “Per noi, l’inaugurazione di una nuova sede è motivo di vanto, visto quanta anti – politica c’è in giro. Vi faccio i complimenti per l’impegno politico. Vorrei ritornare a Chiaramonte per proporre qualche intervento concreto e superare le mere beghe interne al partito. Il PD ha puntato molto sull’alternanza di genere che però non deve essere vissuto come un obbligo”. Il vice segretario Claudia Azzara, durante il suo intervento, parla della situazione delle donne nel contesto lavorativo: “Dobbiamo esigere la parità soprattutto nel contesto lavorativo. Oggi le donne sono “vittime” del mercato del lavoro, solo una donna su tre è occupata. La crisi la subiscono soprattutto le donne, che vivono anche un paradosso: sono le punte di innovazione della società, in quanto più scolarizzate in media degli uomini ma, nello stesso tempo, sono vittime del mercato: basta pensare che le donne sono le più precarizzate e hanno i salari più bassi”. Sebastiano Cugnata, invece, traccia un excursus storico e chiede che vi siano riferimenti culturali forti per il partito: “Voglio lanciare una critica al nostro partito e alla sinistra in generale: dopo la fine dell’Unione Sovietica, tutti i partiti di sinistra hanno perso la loro bussola. In un mondo capitalista come questo, segnato da un crescente divario fra ricchi e poveri, l’unica maniera per superare la crisi è trovare alternative ai partiti di sinistra attuali. Non bisogna lavorare all’interno del sistema nella speranza di cambiarlo, ma rivoluzionarlo dall’esterno. Per questo il PD deve trovare un’alternativa al proprio lavoro attuale”. Cugnata, spiega: “Non dobbiamo stupirci se un partito apertamente fascista come quello di Grillo ha tutto questo successo. Le tesi marxiane sono un’alternativa, come è avvenuto in alcuni Paesi dell’America Latina. E’ assurdo che nel 2014 il mondo sia ancora vittima di guerre imperialiste”. L’intervento di Sebastiano Cugnata è molto apprezzato da presenti, tanto che il segretario provinciale, dichiara: “Nel partito provinciale dobbiamo trovare il coraggio di affrontare questi temi. Al PD è mancato e manca ancora il coraggio”. Anche dalla platea, si susseguono interventi: molti, infatti, chiedono quale sia la funzione reale del partito, che senso ha il congresso, cosa si può fare concretamente. Non mancano neanche le critiche e si accusa il PD di fare spesso battaglie auto referenziali, di usarlo come se fosse una siringa usa getta solo per portare avanti battaglie personali. Infine, l’intervento di Beatrice Lauretta: “I vari interventi rivelano uno spaccato che va oltre Chiaramonte. I giovani hanno bisogno di recuperare i loro riferimenti culturali. C’è bisogno di una iniezione di cultura. Io lavoro nella scuola e mi auguro che diventi veramente centrale. Oggi, il nostro partito vive una stagione di malessere. Il “fare” è utile, ma se dietro non c’è un pensiero, il fare si esaurisce nelle mere lotte di potere. Oggi si inaugura una piccola sede, ma questa è una cosa importante. La dialettica è importante. Ripartiamo, dunque, da questa piccola sezione, dal dibattito”.