Nel corso della seduta del Consiglio Comunale di lunedì 4 agosto 2014, è stato esitato, sfavorevolmente, un Ordine del Giorno, primo firmatario Maurizio Tumino, cofirmatari i consiglieri Lo Destro, Migliore, Mirabella e Morando, che mirava a impegnare l’amministrazione per il ritiro e l’annullamento in autotutela della determinazione dirigenziale (la n. 906 del 23.5.2014, del VI settore) riguardante il progetto per la gestione triennale del servizio idrico comunale, da affidare tramite apposito appalto. L’atto era finalizzato a far predisporre una nuova perizia di progetto che si vuole, secondo i firmatari, conforme ai dettati di legge, rispettosa del Codice degli Appalti, delle norme vigenti in materia di sicurezza del lavoro, rispettosa, soprattutto, della salvaguardia e del mantenimento dei livelli occupazionali attualmente raggiunti, aderente ai principi costituzionali di trasparenza, legalità, imparzialità, responsabilità, buon andamento, efficacia ed efficienza.
E’ stata eccepita, in particolare, la riunione in un unico lotto, considerato che, da oltre 15 anni, l’affidamento della gestione delle acque pubbliche è stata suddivisa in tre lotti funzionali, come richiesto, peraltro, dal comma 1 bis dell’art 2 del DLgs 163/2006 ed alla circolare attuativa n. 3 del 14.11.2013 che mirano a favorire l’accesso alla gara alle piccole e medie imprese.
Ancora, sotto accusa, la richiesta di adeguate capacità economico finanziarie da dimostrare attraverso certificazione di fatturato globale di impresa di elevato livello, accompagnato da elevati fatturati degli ultimi tre anni riferiti alla gestione di servizi idrici, altra condizione limitante per le piccole e medie imprese, nonché il contenimento, in progetto, delle unità lavorative necessarie che avrebbe, come immediata conseguenza, la soppressione di ben 13 posti di lavoro.
Inoltre, fra le righe del progetto contestato, viene scovata anche la possibilità, per il nuovo gestore, di essere legittimato a non utilizzare i lavoratori del precedente appalto o a licenziarli dopo un breve periodo di prova.
Vengono rilevate, infine, le difficoltà di partecipazione delle cooperative sociali, per i motivi prima citati, cosa che lascia sbigottiti i firmatari, alla luce della ultradecennale positiva esperienza, iniziata già con la sindacatura Chessari, che ha permesso di trovare facile collocamento per i soggetti svantaggiati che hanno trovato, quasi sempre, motivo di esistenza e di sussistenza con un inserimento dignitoso nel mondo del lavoro, grazie alla apposita Legge dello Stato, la 381/91, pensata, scritta e approvata da un legislatore attento e di cui si sono servite, negli anni, le amministrazioni comunali sensibili alle questioni dell’occupazione.
Un ordine del giorno, quello messo a punto dai mattatori dell’opposizione, Tumino e Lo Destro, condiviso da colleghi della minoranza Migliore, Mirabella e Morando, come, al solito, preciso, puntuale e attento per ogni minima sfaccettatura dell’attività amministrativa. Un Ordine del Giorno che irradia una luce diversa su una opposizione attenta ai temi che, una volta, erano, quasi esclusivamente, retaggio della sinistra e del Partito Democratico in particolare.
Un’azione che, oggi, si inserisce nel complicato quadro dei rapporti fra una amministrazione grillina che intende governare con assoluti criteri di economicità e di efficienza amministrativa, nel contesto di politiche all’avanguardia che nulla devono avere a che fare con i riti e le consuetudini della vecchia politica, mentre le opposizioni non tralasciano di eccepire nulla e contestano ogni mossa, sulla base di precisi riferimenti di legge e normative.
Per il nuovo progetto di gestione dell’idrico c’è, in atto, un tentativo degli uffici di una razionalizzazione del servizio, in termini di efficienza gestionale e contenimento delle unità lavorative, da applicare mediante il nuovo appalto, da affidare a grosse ditte.
Disegno che deve fare i conti con la ferma presa di posizione che cerca, prima di tutto, di tutelare i livelli occupazionali nell’ambito di una gestione i cui requisiti devono permettere la partecipazione di piccole e medie imprese, possibilmente locali.
In pratica, la rivoluzione grillina che deve fare i conti con le difficoltà del cambiamento, da tutti auspicato, a parole, ma sottoposto a mille condizionamenti.
E’ quanto emerso dagli interventi dei consiglieri, durante la seduta del Consiglio, e dalla replica dell’Assessore Corallo che, attraverso un confronto sereno, ha voluto difendere le ragioni delle scelte contestate. Una novità, comunque, nel panorama dei lavori consiliari, quella di avere una risposta tempestiva, esaustiva e puntuale alle eccezioni sollevate, che conferma la caratura di un assessore alle prese con innumerevoli problematiche della città, che, spesso riflettono situazioni emergenziali.
Corallo si è sforzato di premettere che ogni esubero del personale, ancorchè non dipendente del Comune, sarà utilizzato in altri servizi, non si è mai parlato di licenziamenti nel corso delle articolate trattative con tutte le sigle sindacali.
Premesso questo, è stato evidenziato dall’amministratore il quadro nuovo di un lavoro che oggi si può avvalere, diversamente dai quindici anni precedenti, di automatismi, di telecontrollo, di ispezioni automatiche alle condotte idriche, con una sensibile riduzione del personale e conseguenti contenimenti della spesa.
La replica dell’Assessore, che è riuscito a strappare qualche timida condivisione, lascia trapelare una unità di intenti con le minoranze allorquando sarà previsto, in contemporanea al bando, un adeguato piano di utilizzo degli esuberi.
D’altra parte ci sono stati rilievi significativi nella replica, in merito agli aspetti riguardanti riparazioni e manutenzioni specifiche, per cui, attualmente, le cooperative non presentano personale specializzato, obbligando il Comune all’esternalizzazione dei lavori, quasi sempre di somma urgenza, addirittura esce fuori che le cooperative non hanno i mezzi di trasporto per effettuare controlli e si avvalgono di auto del Comune.
Non ci potrà essere rivoluzione senza cambiamenti.