E’ stato condannato a quindici anni e 10 mesi di carcere il barista Giovanni Caruso (nella foto a sinistra). Il ragusano 39enne uccise, la notte del 18 ottobre del 2013, Salvatore Di Grandi, anche lui ragusano (nella foto al centro). Caruso scaricò tre colpi di pistola nella testa del malcapitato. Caruso e Di Grandi, assieme ad Alfredo Scatà (nella foto a destra), accusato di avere concorso al delitto e per il quale c’è un procedimento a parte, si trovavano all’interno di una Fiat Punto, in via Mariano Rumor, alla periferia della città. Caruso, per il quale il pubblico ministero Alessia La Placa aveva chiesto la pena di 18 anni di carcere, dovrà pagare anche novantamila euro in favore delle parti civili oltre al pagamento delle spese processuali.
E’ stato, inoltre, interdetto ai pubblici uffici durante la durata della pena. Il legale dell’imputato, Enrico Platania, aveva chiesto il riconoscimento della seminfermità mentale per il proprio assistito. Ma l’istanza è stata respinta. Platania presenterà ricorso in Appello. La vicenda, a Ragusa, aveva creato una vasta eco. Anche per il movente. Caruso, infatti, sarebbe stato preso in giro da parte del Di Grandi in un locale pubblico per i suoi trascorsi di pasticciere. Il fatto, però, ed è questa una strana circostanza, era accaduto tre anni prima, almeno così è emerso dalle fasi processuali, rispetto all’omicidio. Caruso, a quanto pare, aveva covato un sentimento di vendetta nei confronti del Di Grandi nonostante i due, assieme a Scatà, si incontrassero abbastanza spesso per delle bevute.