E’ stato accusato di atti persecutori ed ha patteggiato la pena di sei mesi di reclusione. Si tratta di un comisano di trent’anni. Secondo l’accusa, l’uomo nel 2012 avrebbe perseguitato l’ex moglie con telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. L’accusato avrebbe giustificato le continue chiamate con l’intento di riuscire a parlare con la figlia senza recare disturbo alla donna la quale, davanti al gup di Ragusa, si è costituita parte civile nel processo. La difesa ha quindi concordato la pena con il pubblico ministero Valentina Botti. Successivamente il gup Claudio Maggioni, ritenuta congrua la pena, ha applicato la condanna.