Pollock e la CIA. Nel 1947 la CIA decise di “sostenere” l’arte e la cultura d’avanguardia come arma segreta per combattere la Guerra Fredda. A occuparsene fu l’ufficio di Tom Braden, sponsorizzando musicisti jazz, la Boston Symphony Orchestra, il cinema e anche le celebri guide Fodor. Ma soprattutto la CIA puntò sul movimento artistico che prende il nome di espressionismo astratto, investendo segretamente molti soldi nella sua promozione a livello internazionale. Il motivo? Mostrare al mondo la vivacità culturale americana in contrapposizione rigidità della cultura sovietica. Un esempio? Nel 1958 la mostra itinerante “The New American Painting”, con opere di Pollock, De Kooning, Motherwell e altri, era in mostra a Parigi. La Tate Gallery londinese la voleva ma non poteva permettersi il costo del trasporto. Ma il miliardario Julius Fleischmann mise a disposizione il denaro per farlo. In seguito si è scoperto che i soldi erano della CIA. Gli artisti però non lo sapevano.
La musica dell’Ultima Cena. Nel libro La musica celata, l’informatico e musicista sardo Giovanni Maria Pala si dice sicuro che il dipinto L’Ultima Cena di Leonardo nasconda una partitura musicale: un adagio in tre quarti. Il segreto starebbe «nella posizione delle mani degli apostoli e in quella dei pani sulla mensa che insieme danno vita a una frase musicale scritta». Secondo Pala, se si sovrappongono le cinque linee del pentagramma al dipinto le mani di Gesù Cristo, quelle dei suoi apostoli, e le pagnotte di pane sul tavolo descriverebbero una partitura musicale che avrebbe senso se letta da destra a sinistra. Anche Alessandro Vezzosi, direttore del museo dedicato Da Vinci in Toscana ritiene la scoperta “plausibile”.
Picasso e il furto della Gioconda. Nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911, un carpentiere di Luino, Vincenzo Peruggia, rubò la Gioconda per restituirla – a suo dire – all’Italia a cui era stata sottratta (cosa non vera): il dipinto di Leonardo fu recuperato due anni dopo. Ma quello che non tutti sanno è che tra i primi sospettati, arrestati e interrogati dalla polizia, ci furono il poeta Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso. Mentre Picasso fu rilasciato quasi subito, Apollinaire venne tenuto in prigione per quasi una settimana. A tirarli in ballo era stato un truffatore, Honoré Joseph Géry Pieret.
Cosa c’è ai piedi della Statua della libertà? C’è una catena spezzata. La catena è invisibile ai turisti, perché sta sotto la veste, a fianco del suo piede sinistro e può essere vista solo dall’alto. Il motivo? La statua fu un regalo della Francia agli Stati Uniti per onorare e celebrare la libertà, la democrazia, e la fine di ogni forma di schiavitù, dopo la guerra di secessione. Ad ispirare lo scultore Bartholdi, fu infatti una frase di Edouard de Laboulaye, famoso politico francese e abolizionista, sostenitore di Abramo Lincoln.
Perché il cielo dell’urlo di Munch è rosso Edvard Munch disse di aver avuto l’ispirazione per il suo famoso dipinto un giorno in cui stava camminando con i suoi amici e vide che “il cielo diventava rosso come il sangue”. Di recente si è scoperto che probabilmente il cielo quel giorno era di un rosso intenso a causa dell’eruzione del Krakatoa in Indonesia, del 1883. La colossale eruzione vulcanica proiettò nell’atmosfera circa 21 chilometri cubi di materiale vulcanico assieme a grosse quantità di anidride solforosa che, nell’arco di qualche mese, avvolse quasi tutto l’emisfero boreale.
Il colore del Golden Gate Bridge. Come mai il celebre ponte di San Francisco, non è grigio o nero come gli altri ponti ma arancio? La Marina Militare lo voleva a strisce bianche a gialle perché fosse riconoscibile nella nebbia. Ma l’acciaio destinato al ponte arrivò già coperto da un primer (una vernice che fa da base) dall’insolito colore arancio bruciato. Dopo un po’ di discussioni, gli architetti decisero di lasciarlo com’era. Il ponte più fotografato al mondo deve insomma la sua fotogenia a un incidente di percorso.
FONTE: focus.it