“Stamattina abbiamo riconsegnato la casa alla famiglia Guarascio. Gli era stata pignorata dalle solite banche che speculano sulla pelle dei più deboli. A causa di quel pignoramento, il capofamiglia Giovanni Guarascio si era suicidato dandosi fuoco davanti alla sua abitazione”. Così Luigi Di Maio, uno dei leader nazionali del movimento Cinque Stelle, ha detto a Vittoria dinanzi all’abitazione di via Brescia dove si è creato un grande assembramento di persone. Presente anche l’altro leader nazionale Alessandro Di Battista, assieme a Giancarlo Cancelleri, il vertice del movimento in Sicilia, e a tutti i deputati all’Ars che si sono adoperati per l’acquisto della casa.
“Usando i soldi degli stipendi dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Sicilia per riscattare all’asta la casa – ha aggiunto Di Maio – abbiamo permesso ai suoi figli e a sua moglie di non dover traslocare. Per noi la prima casa non deve essere pignorabile. Continueremo a batterci in Parlamento per fermare questa assurda pratica delle banche e dello stato con la “s” minuscola. Siamo lo scudo dei cittadini onesti. Quando avete bisogno di noi chiamateci sempre. Contro Equitalia abbiamo allestito i nostri centri anti-equitalia per fermare le cartelle pazze; con il Microcredito alle nuove imprese, usando i soldi dei nostri stipendi stiamo creando migliaia di posti di lavoro; con il reddito di cittadinanza comunale a Livorno reinseriamo nel mondo del lavoro chi aveva perso le speranze; con le ispezioni e il fiato sul collo alle aziende ospedaliere combattiamo i casi di cattiva sanità. Vi difendiamo da questo Stato, ma dobbiamo creare un nuovo Stato, a misura di cittadino e non di banca”.
Fin qui, dunque, la presa di posizione dei pentastellati questa mattina a Vittoria. Intanto, sui social network e sui web si moltiplicano le denunce secondo cui la casa sarebbe stata comprata due volte. O meglio, a contribuire in massima parte, con la trasmissione Servizio pubblico, sarebbe stata una raccolta fondi avviata dal noto giornalista Michele Santoro mentre i grillini avrebbero garantito la copertura della parte mancante. I Forconi, nei giorni scorsi, hanno attaccato con forza dicendo che si è trattato soltanto di una operazione mediatica. Dove sta la verità? Ai posteri, per dirla con il Manzoni, l’ardua sentenza.