Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ragusa, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, lo scorso 25 settembre, hanno fermato a Ragusa un soggetto extracomunitario originario del Gambia, richiedente asilo politico, per spaccio di sostanze stupefacenti, e segnalato altri due soggetti extracomunitari trovati in possesso di diverse dosi pronte per essere vendute.
L’operazione, denominata “Drug Market”, è stata condotta dai finanzieri della Compagnia di Ragusa, con l’ausilio di unità cinofile del Corpo, ed è scattata a seguito di un’articolata indagine che ha preso spunto dalle numerose segnalazioni di genitori esasperati, che hanno lamentato la diffusione del fenomeno nel quartiere compreso fra le vie Eugenio Criscione Lupis, via della Quercia e via Antonio Pacinotti, già dalla fine del mese di maggio scorso.
Si tratta dell’ennesima attività finalizzata a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti, anche nei confronti dei minori, perpetrata nella zona dell’area urbana antistante il centro di prima accoglienza per migranti sito all’interno del comprensorio dell’Istituto “Opere Pie Riunite Eugenio Criscione Lupis” di Ragusa.
Con un meticoloso lavoro investigativo, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le modalità dello spaccio di stupefacente, prevalentemente hashish, posto in essere da un richiedente asilo del Gambia, tale Dibane Ebrima (alias Ibrahima), nato il 17.10.1996, arrestato ed associato presso la Casa Circondariale di Ragusa, giunto in Italia nel 2014 attraverso uno sbarco presso il porto di Pozzallo ed alloggiato presso il citato centro di accoglienza, struttura dove sono ospitati ragazzi provenienti dai paesi africani.
L’identificazione è stata resa possibile attraverso l’utilizzo e l’analisi della banca dati “APFIS” (automatic palmprint and fingerprint identification system), un sistema di identificazione automatico attraverso le impronte digitali in uso alle forze di polizia, alimentato da tutti i fotosegnalamenti e le indicazioni di dati e notizie riferibili agli immigrati che entrano sul territorio dello Stato.
Inoltre sono stati segnalati alla Procura della Repubblica altri 2 migranti, di 21 e 22 anni, trovati in possesso di diverse dosi di stupefacente, giunti in Italia nel 2014 con sbarchi avvenuti nei porti di Agrigento e di Pozzallo.
Il soggetto arrestato, opportunamente seguito e pedinato, dava appuntamento “ai clienti” (per la maggior parte di minore età) nelle diverse zone del centro città, anche attraverso vere e proprie consegne a domicilio per quantitativi al costo di 10/12 euro al grammo. L’appuntamento avveniva previo contatto telefonico di pochi istanti, durante il quale i consumatori chiedevano al pusher “di scendere”, messaggio in codice che individuava la volontà di voler acquistare la sostanza ed il luogo convenzionale dove incontrarsi. A quel punto la cessione avveniva con varie e fantasiose modalità che andavano dalla disinvolta consegna nella pubblica via, alla cessione più attenta, buttando a terra sia la sostanza che il denaro mentre le due parti, camminando, l’una verso l’altra, si incrociavano senza parlarsi, raccogliendo ciascuna quanto di interesse.
In alcune occasioni i clienti erano ragazze ed in un caso una giovane mamma accompagnata dal figlio di pochi anni. Lo spaccio avveniva in qualsiasi ora del giorno e delle notte.
Le attività sono state condotte attraverso indagini tradizionali, con servizi di osservazione, ed indagini tecniche (audio e video), finalizzate a cristalizzare le indebite cessioni.
Sono stati identificati nove soggetti, di cui quattro minorenni ai quali sono stati sequestrati anche i ciclomotori, mentre ai consumatori maggiorenni sono state ritirate le patenti di guida. Tutti sono stati segnalati quali assuntori alla locale Prefettura per gli ulteriori adempimenti ed ammoni menti del caso.
Complessivamente, sono stati sequestrati durante il blitz 23 grammi di hashish e sono state accertate, nel periodo di soli due mesi di indagini, più di 180 cessioni eseguite dall’interessato nei confronti di giovani e giovanissimi ragazzi ragusani (pari ad una quantità non inferiore al ½ kg. di sostanze stupefacenti).
La conclusione dell’operazione svolta dalla Guardia di Finanza di Ragusa ha riscosso presso gli abitanti del quartiere soddisfazione e sollievo, soprattutto in coloro che hanno figli minorenni, giustamente preoccupati per la loro incolumità.
Studi scientifici evidenziano le gravi conseguenze, ad oggi troppo sottovalutate, che possono comparire a seguito dell’uso della “cannabis” e dei suoi derivati.
Tali conseguenze sono tanto più gravi quanto più precoce è l’inizio dell’assunzione e quanto maggiori sono la frequenza e la durata dell’uso.