Gestione del servizio idrico a palazzo dell’Aquila. Altri dodici lavoratori rischiano di andare a casa oltre ai tre che, così come era previsto in un primo momento, dovranno rinunciare di sicuro a fare parte attiva del nuovo progetto predisposto dall’Amministrazione comunale. La denuncia arriva dal consigliere comunale di Insieme, Maurizio Tumino. “Il disagio cresce forte – sottolinea – io l’avevo già messo in rilievo in Aula in tempi non sospetti. Sono stato molto critico nei confronti dell’Amministrazione anche su tale fronte. Ad occuparsi del servizio prima c’erano 39 unità. Erano state ridotte a 33 perché sei erano state mandate a casa alla luce della rivisitazione del vecchio progetto. Adesso ne stanno togliendo altri tre, è già scritto, mentre una dozzina di altre unità è in bilico, potrebbe trovarsi da un momento all’altro in mezzo alla strada”. La vicenda riguardante l’idrico si ripropone alla scadenza di ogni bando. Giovedì pomeriggio la questione sarà al centro di quella che si annuncia una turbolenta seduta del civico consesso. L’Amministrazione ha approvato un progetto per la gestione, la distribuzione e la captazione delle acque, rimodulando un’idea che varia di anno in anno. “La volta scorsa – sottolinea Tumino – si erano fermati in attesa della costituzione dell’Ato idrico. Adesso l’Ato è stato costituito, è stato nominato il presidente e al riguardo non è stato neppure interpellato. E comunque l’Amministrazione grillina è andata avanti a prescindere, producendo un progetto che porterà come risultato finale quello di mandare certamente a casa tre persone e nel caso in cui l’impresa che si aggiudica il servizio sarà “brava” automatizzando alcuni servizi, avrà l’effettiva possibilità di licenziare altre dodici unità. E questo è un atto che possiamo senz’altro definire di macelleria sociale in un periodo storico difficile come quello attuale” (nella foto palazzo dell’Aquila, sede del Comune di Ragusa).