“Se sono stato “scortese” mi scuso ma di sicuro non era nelle mie intenzioni”. E’ il manager dell’Asp di Ragusa, Maurizio Aricò (nella foto), ad esprimersi in questi termini, dopo essere stato interpellato sulla mancata donazione di 2 milioni di dollari a favore dell’azienda ospedaliera, saltata per una “presunta” lunga anticamera che ha costretto il benefattore, Giuseppe Giuffrè, ad andare via.
“Sono stato informato dall’avvocato Michele Sbezzi – dice Aricò – che l’associazione “Figli di Ragusa” di Brooklyn in previsione della chiusura definitiva ma non immediata, voleva devolvere il ricavato della vendita della sede dell’associazione, così come annunciato dai vari soci nello Statuto, all’ospedale Paternò Arezzo. Nei giorni scorsi mi era stato annunciato che sarebbe arrivato uno dei soci dell’associazione in città, il signor Giuseppe Giuffrè, che accompagnato da un avvocato avrebbe voluto formalizzare definitivamente le pratiche della donazione. E così ho ricevuto l’avvocato e il signor Giuffrè. Poi per rispetto nei confronti dell’avvocato aziendale ho chiesto al benefattore di aspettare l’arrivo del nostro avvocato prima di provvedere alla pratica per la donazione. Da questo momento sono passati non più di 12 minuti. Il tempo materiale di far arrivare il nostro avvocato, impegnato in altre procedure d’ufficio. In questo lasso di tempo sono spariti tutti. Abbiamo cercato ovunque ma del benefattore e dell’avvocato nessuna traccia”. Il manager poi racconta che ha cercato in tutti i modi di rintracciare il signor Giuffrè e di aver parlato con lui, scusandosi per l’attesa che lo aveva convinto ad andare via, ma non ha ricevuto nessun interesse a rimediare per l’accaduto.
“Rimango sempre a disposizione del signor Giuffrè a cui rivolgo pubblicamente le mie scuse e allo stesso tempo colgo l’occasione per chiarire a coloro che mi hanno additato di aver fatto perdere 2 milioni di dollari all’azienda alcuni dettagli. L’associazione ha deciso nello Statuto di donare all’ospedale il ricavato della vendita della sede. Questo non vuol dire l’immediata liquidità del denaro così come è stato scritto da alcuni. Di sicuro è un atto che porterà beneficio all’ospedale Arezzo ma non subito poichè la sede sarà venduta solo fra qualche anno o meglio solo dopo la scomparsa dell’ultimo socio. Ci tengo a spiegare questi dettagli perchè ho letto di tutto in questi giorni”. Tanti gli interventi di politici locali che hanno additato il manager e tanti i commenti a volte anche offensivi postati sui social network a cui il dottore Aricò non ha voluto dare seguito. “Credo che si tratta di politica e basta. Non ho voluto rispondere alle tante accuse diramate in questi giorni perchè credo sia una questione che va risolta tra l’azienda sanitaria e il signor Giuffrè”. Ad ogni modo sui social c’è stato anche chi ha difeso il manager Aricò sostenendo che si poteva evitare una polemica sui media. C’è chi ha anche evidenziato che “se si è trattato di un attesa di 10 minuti, alla fine la mancata donazione ha dato ancora più importanza al gesto a costo zero. Chi fa beneficenza neanche dovrebbe dirlo”.