Allarme rosso. Non ci sono dubbi. Quella che un tempo era da tutti indicata come l’isola felice non è più. Sul fronte ordine pubblico non passa giorno senza che non si registri la denuncia di episodi più o meno gravi. Dal semplice furto di un borsello in auto al ladro in appartamento, la situazione sembra avere raggiunto livelli di guardia che mai si erano registrati in precedenza. Gli effetti della crisi? Può essere. Ma negli ultimi due mesi l’area iblea (a cominciare dalla fascia costiera, senza trascurare realtà come Comiso e Vittoria, dove purtroppo l’incidenza di fatti delittuosi è più elevata, passando per realtà come quella di Modica che un tempo erano pressoché esenti da fattori del genere) è tristemente alla ribalta per fatti e circostanze che poco o nulla hanno a che vedere con l’esaltazione delle eccellenze.
Che saranno pure rimaste ma che si scontrano con una difficoltà oggettiva, quella di non riuscire a fronteggiare l’avanzata della criminalità. Dai furti a ripetizione nei capannoni della zona industriale del capoluogo, ai residenti legati e imbavagliati, a scopo di rapina, a San Giacomo, frazione di Ragusa, dove episodi del genere non erano mai accaduti. Per non parlare delle sparatorie dalla cornice rurale verificatesi, negli ultimi giorni, nelle campagne di Scicli, accadimento che ha spinto i residenti delle varie contrade a riunirsi in comitato, a chiedere l’immediato intervento del prefetto e delle forze dell’ordine, oltre che a organizzarsi in maniera articolata, sino a prefigurare la possibilità di fare girare nelle aree in questione delle ronde di cittadini. Che qualcuno voglia cominciare a farsi giustizia da sé per tutelare i propri beni? Il rischio è molto alto. Servono risposte. E in tempi rapidi. Altrimenti la situazione rischia di sfuggire di mano.
D’altro canto, però, sappiamo bene come gli organici delle forze dell’ordine siano ridotte all’osso, come di straordinari quasi non se ne parla più rispetto a come accadeva prima, come può succedere, in alcuni casi, che manchi anche la benzina nelle auto di servizio. Un quadro frastagliato e a dir poco preoccupante. Un quadro destinato a rimettere in gioco tutte le problematiche in un settore molto delicato, con ovvie incidenze anche sul fronte della crescita e dello sviluppo economico. Nessuno è in grado di dare risposte? I cittadini cominciano ad avere paura. E forse è arrivato il momento di mettere in campo tutta la capacità di cui alcuni rappresentanti delle istituzioni sono capaci per frenare il più possibile questo fenomeno. L’area iblea torni ad essere isola felice.