Dopo i numerosi fenomeni di carattere sismico, alcuni di entità rilevante, che si sono verificati nelle ultime ore in provincia di Ragusa, abbiamo chiesto il parere di un esperto. Si tratta di un geologo dirigente della Pubblica amministrazione che opera nel territorio ibleo e che, da sempre, è un cultore della materia oltre ad essere particolarmente ferrato sull’argomento. Ha chiesto, però, di non essere citato per evitare esposizioni mediatiche che, a maggior ragione in una situazione del genere, non lo interessano in quanto finalizzate solo a creargli disturbo. Ha risposto ben volentieri ai nostri interrogativi e alle nostre perplessità che sono poi le domande che tutti i ragusani, in queste ore, si stanno facendo.
Questa la dichiarazione che ci ha rilasciato:
“Si tratta di uno sciame sismico che nelle nostre zone è frequente anche se non avvertito fino ai due gradi di magnitudo. Questi ultimi fenomeni registrati, che si aggirano tra il terzo e il quarto grado, sono stati avvertiti oltremodo perché oscillatori ma lasciano presagire un assestamento. E’ preferibile, infatti, che l’energia caricata nel sottosuolo sia sprigionata gradualmente e non in un’unica soluzione. Nei nostri territori, gli eventi sismici che hanno provocato gravi danni sono stati relativi, statisticamente, a un unico episodio ovvero a un primo fenomeno. Il fatto che, dunque, questi fenomeni oscillatori si reiterano, lascia intendere che l’energia si stia scaricando e assestando nel tempo. E’ probabile che seguiranno altri fenomeni che, tuttavia, dovrebbero essere decrescenti per intensità. Personalmente, non avverto l’esigenza di creare inutili allarmismi perché ritengo questo fenomeno di assestamento. La nostra scienza si fonda su casi empirici, ovvero abbiamo registrato ciò che è accaduto nel passato e ciò ci consente di trarre delle statistiche. Le nostre statistiche, con riferimento a quanto si è verificato nel territorio ibleo sino a oggi, ci portano a ritenere quanto ho già spiegato e cioè che i fatti più gravi sono sempre all’inizio e non alla fine, cioè nella fase successiva allo sciame sismico. Eviterei, proprio per questo motivo, di creare inutili parallelismi con altre parti d’Italia dove allo sciame sismico sono seguiti eventi più gravi. Tali fatti sono strettamente correlati a singoli territori e a singoli fenomeni legati a quella specifica area e alla tipologia di materiale sottostante. Nelle nostre zone, e più nello specifico nell’area iblea, la statistica porta, invece, ad altre conclusioni”.